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Novembre 28, 2020

La Cina Agricola

Le previsioni del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, riportate da Statista.com, indicano che nel periodo 2020-2021 il raccolto di riso cinese sarà pari al 29% di quello mondiale; quello di grano al 18%; quello di arachidi al 37%


Fino a pochi anni fa, la Cina era considerata la fabbrica del mondo, la superpotenza manifatturiera. In alcuni settori continua a esserlo, nonostante la concorrenza di costo di altri Paesi emergenti stia spingendo molte imprese a trascurarla, almeno in parte. Oggi, l’obiettivo del presidente Xi Jinping — che ha guidato in questi giorni il Comitato Centrale del Partito Comunista nella formulazione del Piano Quinquennale 2021-2025 — è di rafforzare i consumi interni, pur non rinunciando all’export, e di sviluppare il settore dei servizi. Ma l’agicoltura? È stata dimenticata da Pechino? Se ne parla poco, ma niente affatto: la Cina è anche un gigante agricolo mondiale. Le previsioni del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, riportate da Statista.com, indicano che nel periodo 2020-2021 il raccolto di riso cinese sarà pari al 29% di quello mondiale; quello di grano al 18%; quello di arachidi al 37%. In queste coltivazioni di grande importanza la Cina è il primo produttore mondiale. Si posiziona al secondo posto nel mais, con il 22% della produzione globale, dietro agli Stati Uniti, nel cotone (23%), dietro all’India, e nei semi di colza (19%), dietro al Canada. Meno forte è nella coltivazione e nel raccolto di un legume strategico per l’alimentazione umana e animale, la soia, del quale produce solo il 5% del totale mondiale, largamente superata da Stati Uniti, Brasile e Argentina. Se si viene alla frutta, il raccolto del gigante asiatico è pari ai tre quarti delle pere, dei pompelmi e dei mandarini, al 54% delle mele e al 46% dell’uva da tavola. Dei quali è ovviamente di gran lunga il primo produttore globale. È numero uno anche nelle noci (47%). Gran parte della produzione viene consumata all’interno ma le esportazioni di agrifood sono arrivate a 65 miliardi di dollari nel 2019, il doppio che nel 2005, (secondo la società di analisi Ihs Markit). Nonostante che sia considerato poco sexy parlare dell’agricoltura — molto meno che parlare della potenza industriale e geopolitica della Cina — il settore è di grande importanza anche strategica: l’impegno cinese a importare di più dagli Stati Uniti, soprattutto soia, è stato uno degli argomenti su cui le tese trattative commerciali tra Pechino e Washington si sono maggiormente concentrate negli anni scorsi. Mai sottovalutare il peso strategico dell’agricoltura.

 

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