COS’è L’AGTICOLTURA INTEGRATA
Si parla sempre più spesso di agricoltura integrata, talvolta come alternativa a quella intensiva. È però importante, al fine di comprendere i vantaggi di questo tipo di approccio alle coltivazioni, capire innanzitutto cos’è esattamente l’agricoltura integrata.
Può essere definita come una forma di agricoltura sostenibile, intesa come un sistema di produzione agricola in grado di garantire un impatto ambientale ridotto e dunque meno gravoso per il pianeta. Di norma, l’agricoltura integrata prevede l’utilizzo combinato di pratiche agricole – compreso l’impiego di attrezzature tecniche a basso impatto – e prodotti fitosanitari, il tutto finalizzato a dare vita a un ciclo produttivo virtuoso e meno aggressivo in termini di impronta ecologica. Non solo: l’agricoltura integrata mira anche a tutelare la salute dei consumatori attraverso una produzione sicura e di alta qualità.
In definitiva, possiamo affermare che l’agricoltura integrata opera per dare vita a una sinergia perfetta tra fattori diversi:
- La salute dei consumatori finali
- La salute dell’ambiente
- Le esigenze produttive degli agricoltori
- Le esigenze economiche dell’ambiente
Agricoltura integrata: il quadro normativo
La Direttiva 2009/128/CE, relativa al decreto legislativo del 14 agost0 2012 ha istituito il cosiddetto “quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi” ai quali l’agricoltura integrata fa riferimento.
I cosiddetti PAN, ossia i Piani di Azione Nazionali sono stati istituiti per stabilire gli obiettivi, le misure, i tempi e gli indicatori per la riduzione dei rischi e dell’impatto ambientale derivante dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari.
Il Piano di Azione è stato adottato in Italia con Decreto Interministeriale 22 gennaio 2014 e promuove le cosiddette “buone pratiche” di utilizzo dei prodotti fitosanitari più sostenibili. Al contempo, si propone di fornire agli agricoltori le opportune indicazioni finalizzate a ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari nelle aree agricole, nelle aree extra agricole (aree verdi urbane, strade, ferrovie, ecc..) e nelle aree naturali protette.
La difesa integrata obbligatoria prevede infatti l’uso di prodotti fitosanitari che presentino il minor rischio per la salute umana e l’ambiente tra quelli disponibili per lo stesso scopo (Si consiglia la lettura completa dell’allegato III del decreto legislativo n. 150/2012).
Agricoltura integrata: caratteristiche
Ma quali sono le principali caratteristiche dell’agricoltura integrata, talvolta definita anche “produzione integrata”?
In termini di applicazioni principali, vanno certamente citate:
- Qualità del suolo e lavorazione del terreno
- Fertilità del suolo e fertilizzazione
- Difesa delle coltivazioni e lotta integrata
- Diserbo e controllo delle infestanti
Per quanto riguarda invece i maggiori interventi di questa modalità, includeremo:
- Le osservazioni del livello di presenza di malattie o insetti
- L’utilizzo di modelli di previsione delle infestazioni e/o degli attacchi parassitari
- L’analisi del terreno e i piani di fertilizzazione finalizzati all’ottimizzazione delle quantità di fertilizzanti e prodotti fitosanitari
- La calibrazione del momento esatto di intervento sulle colture per ottimizzare l’utilizzo di prodotti di supporto
- Le epoche di distribuzione per definire la maggiore utilità e minore dispersione del suolo di eventuali fertilizzanti
Va sottolineato che, nell’agricoltura integrata, la difesa delle coltivazioni, quando possibile, viene operata attraverso l’utilizzo di prodotti fitosanitari con un impatto ambientale radicalmente ridotto, nel rispetto dei cosiddetti “limiti razionali della sostenibilità”, ossia:
- Difesa chimica
- Prodotti biotecnici
- Lotta biologica
- Tecniche agronomiche
Nel contesto generale dell’agricoltura integrata, è lapalissiano che la riduzione complessiva del quantitativo di prodotti chimici liberati nell’ambiente sia uno degli obiettivi chiave, e questa è la ragione per cui prodotti fitosanitari a basso impatto, vengono sempre preferiti.